Sulla via dei canguri
domenica 21 settembre 2014
RADICARSI IN UN NUOVO TERRENO
Dopo quasi 8 mesi dall'ultima volta oggi mi sono ritrovata per caso a piantare un nuovo albero. Nel trapiantarlo dal vaso al terreno ho provato una gioia immensa per questa pianta fragile, che rischiava la vita, soffocata da un contenitore troppo piccolo per lei. Ho prestato attenzione a non distruggere le innumerevoli e profonde radici, che sono state ben sotterrate nel terreno. Nel farlo ho percepito la sua sofferenza e me ne sono immedesimata. Per lei sarà un trauma all'inizio doversi ri assestare nella terra, capire dove va la luce, integrarsi nel nuovo habitat. è esattamente quello che è successo a me. Sono stata trapiantata da un continente all'altro. Ed è stata dura. Durissima. Solo dopo un anno in patria posso dire oggi di stare di nuovo bene. Di aver ripreso l'uso della mia lingua, anche per la scrittura. Non sono ancora convinta al 100% di eesere felice qui. Ri adattarsi a questo terreno è difficile, pur essendo "casa". Forse anche noi esseri umani siamo come piante, che non possono essere trapiantate da un luogo all'altro senza soffrire almeno un pò. Forse anche noi abbiamo bisogno di tempo per "riverdire" un pò, per adattarci di nuovo al terreno e a tutto ciò che ci circonda....Ma piantare un nuovo albero, pur non nel mio giardino, è stato un gesto simbolico e di buon auspicio. Rappresenta la voglia di ricominciare con lo sguardo rivolto verso il futuro con la certezza che quella pianta soppravviverà. Non solo, sarà più forte e rigogliosa di prima, non appena avrà il coraggio di assaporare la libertà degli spazi e un giardino nuovo.
giovedì 18 settembre 2014
Vivere senza barriere
Non è il passaporto a definire la tua nazionalità e non sono i legami di sangue a definire la tua famiglia. A volte vivi in luoghi che ti appartengono o ti rimangono nell'anima, pur non essendo "casa". E ci sono legami di amicizia che si trasformano in "famiglia" che vanno al di là di ogni legame di sangue. Mi ritengo una persona fortunata perchè in momenti diversi della mia vita ho avuto "sorelle" o fratelli acquisiti che hanno camminato con me, danzato intorno al fuoco, combattuto con me le difficoltà quotidiane.
giovedì 13 febbraio 2014
WORLD RADIO DAY
Ricorre oggi il terzo anniversario per la giornata mondiale della radio indetta dall' UNESCO. Il tema di quest'anno sono le donne. Le donne che nel mondo dell'informazione vivono ancora una condizione di minoranza e discriminazione. Donne che con la loro voce e il loro coraggio spesso creano scompiglio. In questa giornata dedicata alle donne broadcaster il mio pensiero non può che non andare alle colleghe di radio 3zzz, Radio australiana dove mi sono formata. Qui ho incontrato un team di donne coraggiose e agguerrite che hanno fondato il programma "Women's world", per avere quegli spazi radiofonici che spesso i colleghi uomini non le lasciavano. E il pensiero più grande ovviamente va a lei, Angela Maisano, che dopo 20 anni di cuffie in testa di radio ne sa davvero tanto. E a lei va un ringraziamento speciale visto che ha avuto la pazienza e la voglia di insegnarmi un mestiere bellissimo. Grazie Angela, ora non temo più la mia voce !
E a tutte le colleghe dedico il discorso di Irina Bokova, direttore generale dell'Unesco. Con l'augurio che la radio continui a rimanere uno strumento che favorisce il libero accesso alle informazioni anche da parte delle minoranze etniche.
http://www.unesco.org/new/en/unesco/events/prizes-and-celebrations/celebrations/international-days/world-radio-day-2014/messages/message-from-unesco-director-general/
E a tutte le colleghe dedico il discorso di Irina Bokova, direttore generale dell'Unesco. Con l'augurio che la radio continui a rimanere uno strumento che favorisce il libero accesso alle informazioni anche da parte delle minoranze etniche.
http://www.unesco.org/new/en/unesco/events/prizes-and-celebrations/celebrations/international-days/world-radio-day-2014/messages/message-from-unesco-director-general/
martedì 7 gennaio 2014
memories
There's still no place I can call home....
but when I practise meditation and my mind is quiet and in peace I'm always there.... in my cangaroo land
sabato 7 dicembre 2013
DIVERTIRSI A MELBOURNE
Un amico in questi giorni mi ha chiesto un consiglio su che cosa vedere e dove mangiare a Melbourne. Ho tentato di riassumere in poche righe alcuni consigli preziosi frutto di un anno di esperimenti culinari, bevute filosofiche, mostre originali e romantiche gite fuori porta.
Dove mangiare


Se siete dei temerari del gusto e non temete di provare anche ristoranti etnici, addentratevi nella Chinatown, in Little Bourke Street. Vi sorprenderà scoprire un enorme varietà di ristoranti asiatici, dal cinese al tibetano. Ottimi i ristoranti indonesiani e malesiani. Il mio preferito è un indonesiano a metà di Little Bourke street, ma al momento non ricordo il nome. Qui la qualità e la pulizia non sono le migliori, ma il cibo è buono e i ristoranti sono frequentatissimi dagli immigrati orientali, tanto che la prenotazione è obbligatoria.
St Kilda, per il
lungo mare, caffetterie e ristoranti. Quartiere alternativo di sera, di giorno invece le sue spiaggie sono prese di mira. Da visitare la colonia di pinguini nani che si nascondono sotto gli scogli in fondo al molo. Attenzione sono una specie protetta ed escono solo di notte.
Fitzroy da visitare la sera per concerti dal vivo. Quartiere molto vivace, alternativo, dove si trovano negozi improbabili di vestiti usati anni 70'- 80'. In questo quartiere si trova la radio indipendente dove ho lavorato per un anno come broadcaster e giornalista radiofonica. Unitile dire che mi è rimasto nel cuore questo quartiere, sarà solo per i negozi di vinili....

mercato : queen
Victoria market o Prahan market. Esperienza unica per vedere frutta e verdura
esotica ed assaggiare prodotti locali e vedere artigianato.
Dove mangiare
Io personalmente
adoro il sushi, è questo a mio avviso è il ristorante migliore per servizio (gentilezza dello staff, presentazione dei piatti) e
freschezza del pesce: Miyako restaurant. La cucina a vista ha una posizione centrale nella sala e se vi sedete difronte al bancone in legno scuro, avrete la possibilità di ammirare gli scrupolosi chef giapponesi esibirsi nel taglio del pesce e nella decorazione di piatti armoniosi. Il ristorante inoltre gode di un'ottima posizione, si trova
infatti sotto l'Art Precint, con vista fiume Yarra. Ristorante un pò esclusivo
e costoso, ma ne vale sicuramente la pena, giusto per sentire il pesce fresco
sciogliersi sotto la lingua. http://www.miyakocuisine.com.au/. Ecco un assaggio :


Se siete dei temerari del gusto e non temete di provare anche ristoranti etnici, addentratevi nella Chinatown, in Little Bourke Street. Vi sorprenderà scoprire un enorme varietà di ristoranti asiatici, dal cinese al tibetano. Ottimi i ristoranti indonesiani e malesiani. Il mio preferito è un indonesiano a metà di Little Bourke street, ma al momento non ricordo il nome. Qui la qualità e la pulizia non sono le migliori, ma il cibo è buono e i ristoranti sono frequentatissimi dagli immigrati orientali, tanto che la prenotazione è obbligatoria.
Da visitare :
Immigration museum sulla
storia dell'immigrazione e per capire le origini dell’Australia
Eureka Tower è la torre più alta di Melbourne che regala una vista mozzafiato sulla città. Da
visitare in orario tramonto, munitevi di un ragazzo da sbaciucchiare
romanticamente e lentamente insieme al calar del sole....
National Gallery of Victoria è gratuita e ha tre piani di arte tradizionale e moderna da tre continenti diversi (Oceania, Oriente, Europa). Ho visto opere di una bellezza rara tra le opere tradizionali indiane, tibetane e giapponesi e opere davvero originali nella parte moderna.
National Gallery of Victoria è gratuita e ha tre piani di arte tradizionale e moderna da tre continenti diversi (Oceania, Oriente, Europa). Ho visto opere di una bellezza rara tra le opere tradizionali indiane, tibetane e giapponesi e opere davvero originali nella parte moderna.
Royal Exhition Gallery non è male
Da visitare anche
tutti i parchi cittadini che sono splendidi. e immensi, da perdersi. Botanic Garden per primo.
Consiglio anche il
city tram, gratuito è una visitata guidata in inglese di tutto il centro città.
Si può salire e scendere dove vi pare.
Quartieri da non
perdere :
Fitzroy da visitare la sera per concerti dal vivo. Quartiere molto vivace, alternativo, dove si trovano negozi improbabili di vestiti usati anni 70'- 80'. In questo quartiere si trova la radio indipendente dove ho lavorato per un anno come broadcaster e giornalista radiofonica. Unitile dire che mi è rimasto nel cuore questo quartiere, sarà solo per i negozi di vinili....
Brighton Beach, 45
minuti da Melbourne si arriva in metro è spettacolare !
Premetto che solo il vivere in Australia ti fa sentire
come Alice nel paese delle meraviglie, dove riscopri colori, sapori, ed odori
mai visti prima...per non parlare della varietà di animali che vi girconda
facendovi sentire come indiana Jones super temerario in mezzo a koala, canguri,
pappagalli bianchi, serpenti, ragni giganti, insetti improbabili, possum nel
giardino di casa e wallaby che di notte rovistano nella spazzatura, pinguini
nani e molto molto altro ancora….
Smettetela di leggere quindi e girate il paese con vero
spirito da esploratore… Enjoy it !
mercoledì 27 novembre 2013
CULTURAL ADJUSTMENT
Capacità di adattamento. Questa
è la parola chiave per la sopravvivenza della specie. Ne devi avere molta di
capacità di adattamento quando vivi all'estero. Già, abituarsi alla nuova
lingua, alle nuovi abitudini, ai nuovi sapori. Dicono che vivere all'estero sia difficile. Già ma nessuno ti
dice quanto sia difficile tornare in patria dopo un anno fuori che ti ha cambiato
completamente la mentalità. Solo tornare a pensare e scrivere nella mia lingua
è difficile. E pensare che prima di partire ho lavorato come giornalista.
Curioso. Ora dopo un anno all'’estero devo chiedere i vocaboli in Italiano ai
miei amici. Pensano che li chieda per darmi un tono, ma la realtà è che è come
se il cervello avesse cancellato una parte delle mie conoscenze e della mia
cultura. Mi perdo nella mia città natale, dove ho vissuto per 30 anni. Non
ricordo le vie. I miei ricordi e le planimetrie di diverse città si mischiano
nella mia mente. Arrivo in una piazza e subito dopo mi aspetto di vedere un monumento
o un fiume, che in realtà sono in un altro continente. Vado al supermercato e cerco un prodotto disperatamente
per poi rendermi conto che esiste solo in Australia. Mi sveglio la mattina e
non so dove sono. O meglio mi aspetto di vedere il mio coinquilino gay messicano
e il mio gatto, per poi capire che sono solo ricordi o retaggi di una vita che
non c’è più. Ora a pochi mesi di
distanza c’è n’è una nuova.
Capacità di adattamento.
Ecco cosa ci vuole. Già anche per tornare in patria. Perché io non mi sento più
né italiana, né inglese. Sono una straniera nella mia nazione. Mi sento un’eterna
immigrata. Immigrata nell'anima. Mi accorgo dopo una lezione d’inglese di aver
spiegato ai miei studenti qualcosa riferendomi a “ voi italiani”. Già e io di
che nazionalità sono ? Secondo il mio passaporto italiana, ma io mi sento in
bilico fra due mondi. Cosa succede a chi vive all'estero a lungo ? siamo
viaggiatori fra due mondi. Siamo come valigie che puoi spostare da una parte
all'altra
senza alcun risentimento ? O siamo più come una pianta che deve
rimettere radici nel terreno ? Nel mio terreno scorre ancora la linfa di una’altra
vita in un altro continente, con un’altra energia.
martedì 2 aprile 2013
ASYLUM SEEKERS AND IMMIGRANTS
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