mercoledì 27 novembre 2013

CULTURAL ADJUSTMENT

Capacità di adattamento. Questa è la parola chiave per la sopravvivenza della specie. Ne devi avere molta di capacità di adattamento quando vivi all'estero. Già, abituarsi alla nuova lingua, alle nuovi abitudini, ai nuovi sapori. Dicono che vivere  all'estero sia difficile. Già ma nessuno ti dice quanto sia difficile tornare in patria  dopo un anno fuori che ti ha cambiato completamente la mentalità. Solo tornare a pensare e scrivere nella mia lingua è difficile. E pensare che prima di partire ho lavorato come giornalista. Curioso. Ora dopo un anno all'’estero devo chiedere i vocaboli in Italiano ai miei amici. Pensano che li chieda per darmi un tono, ma la realtà è che è come se il cervello avesse cancellato una parte delle mie conoscenze e della mia cultura. Mi perdo nella mia città natale, dove ho vissuto per 30 anni. Non ricordo le vie. I miei ricordi e le planimetrie di diverse città si mischiano nella mia mente. Arrivo in una piazza e  subito dopo mi aspetto di vedere un monumento o un fiume, che in realtà sono in un altro continente.  Vado al supermercato e cerco un prodotto disperatamente per poi rendermi conto che esiste solo in Australia. Mi sveglio la mattina e non so dove sono. O meglio mi aspetto di vedere il mio coinquilino gay messicano e il mio gatto, per poi capire che sono solo ricordi o retaggi di una vita che non c’è più. Ora  a pochi mesi di distanza c’è n’è una nuova.

Capacità di adattamento. Ecco cosa ci vuole. Già anche per tornare in patria. Perché io non mi sento più né  italiana, né inglese.  Sono una straniera  nella mia nazione. Mi sento un’eterna immigrata. Immigrata nell'anima. Mi accorgo dopo una lezione d’inglese di aver spiegato ai miei studenti qualcosa riferendomi a “ voi italiani”. Già e io di che nazionalità sono ? Secondo il mio passaporto italiana, ma io mi sento in bilico fra due mondi. Cosa succede a chi vive all'estero a lungo ? siamo viaggiatori fra due mondi. Siamo come valigie che puoi spostare da una parte all'altra
senza alcun risentimento ? O siamo più come una pianta che deve rimettere radici nel terreno ? Nel mio terreno scorre ancora la linfa di una’altra vita in un altro continente, con un’altra energia.

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